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Un Salone di…Gusto!

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Sono passati alcuni giorni dalla fine del Salone del Gusto, la manifestazione internazionale dedicata alla cultura del cibo organizzata ogni due anni da Slow Food. Cinque giornate intensissime, non solo per l’orario d’apertura di 12 ore ma soprattutto per il contenuto. A fianco del mercato di prodotti agricoli provenienti da tutto il mondo c’è Terra Madre, penso il  più grande successo ottenuto da Carlo Petrini e tutta l’organizzazione braidese. Un incontro e un confronto continuo tra culture e colture di tutto il pianeta. Non mi perdo un’edizione perché ogni volta torno in Trentino carica di un entusiasmo che mi arricchisce di moltissime idee. In una manciata di momenti si ha l’occasione di condividere con popolazioni vicine e lontane, pensieri e stimoli senza uguali. Per chi pensa sia un luogo dove si continua a mangiare dico…assaggiare è l’ultimo step di quelle giornate. Quello che invece ti appassiona è parlare con i contadini nomadi che vengono dall’Africa o dalla Mongolia sentire la loro voce, le problematiche legate ai loro governi, le difficoltà di ogni giorno nel coltivare o nell’allevare bestiame, nel produrre ma anche le loro gioie… questo è Terra Madre! Confrontarsi su queste tematiche può aiutare tantissimo. Mi piace l’intensità che si crea, la voglia di risolvere, di ascoltare, di progettare. Capire il vero significato di parole abusate quali biodiversità, agricoltura familiare, sostenibilità ambientale… Quest’anno il Trentino ha presentato 4 storie titolate “I Biodiversi”, 4 realtà agricole differenti l’una dall’altra, 4 esempi di vita contadina uniche nel loro genere. Agitu, Giovanni con Annarosa e Irene, Lia e Mario, Nicola e Stefano. Tradotto in produzioni: caprini, pane, mele antiche e birra artigianale. Prodotti che hanno una storia alle spalle profonda, che sanno di passato, con una nota di creatività e novità. Agitu è una bellissima etiope di 36 anni. Ha lasciato la sua terra una quindicina di anni fa per motivi di studio, è passata da Roma e si è fermata in Trentino. Si è innamorata di questi luoghi, del paesaggio, delle montagne. Prima in Vallarsa poi in Val di Gresta ha iniziato ad allevare capre di due razze: l’autoctona pezzata mochena (entrata nell’Arca del Gusto) e la camosciata delle Alpi. Ne possiede ad oggi 53 capi. Da sola, produce dei caprini favolosi. La famiglia di Giovanni invece originaria e stabile in alta Val di Non, segue tutta la filiera del pane, dal campo al banco come ripete spesso Annarosa. E non lo fanno da generazioni, ma da alcuni mesi. Tutto è nato dalla passione di Giovanni nel coltivare frumento, grano saraceno, farro, segale…e così due delle donne di casa hanno deciso di completare la passione del capofamiglia con il naturale finale della filiera….il pane. Lia e Mario, sempre della Val di Non, producono mele. Ma non solo quelle definite “moderne”. Raccolgono da piante anche con una certa età, varietà dai nomi mai sentiti come la Parmain dorata, la Piatlin, le diversissime Renette ananas e champagne, la Napoleon, la Belfiore di Ronzone o la Bella di Boskoop. Forme, colori, sfumature e profumi diversi ma davvero molto intensi. Nicola e Stefano invece sono i mastri birrai di due zone diverse, il Primiero e la Val di Fiemme ma con uguale passione per la birra artigianale. Entrambi hanno deciso di coltivare luppolo in Trentino, producendo così una birra con materia prima del territorio. Queste persone, queste piccolissime realtà mi raccontano un Trentino diverso dal comune e soprattutto mi fanno capire che con impegno, fatica, continua ricerca e tantissimo entusiasmo si riescono a fare cose buone ed incredibili. Che vi invito a provare!

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