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Pirenei orientali. Il mio viaggio a Fontrabiouse.

Ci sono momenti in cui è necessario partire. Non ha importanza il come e il dove, conta solo andare. Quando poi la destinazione riguarda un luogo così pieno di energia e di emozione, allora il viaggio raggiunge la perfezione.
Avevo davvero bisogno di staccare da tutto il mio quotidiano per qualche giorno, da un periodo troppo complesso e carico di pensieri.
Libertà e leggerezza, le parole chiave di questo giro sui Pirenei. Riuscire a vedere e a sentire da una nuova prospettiva.

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Ci sono persone che vedi tutti i giorni, che conosci, ma non “senti” e poi ci sono persone che hai incontrato una volta sola quasi dieci anni fa e che ti sembrano vicine nonostante migliaia di km di distanza.
Grazie a Fred e a Dolmen che mi hanno accolto con grande amicizia e ospitalità, sono riuscita non pensare a niente se non a quello che vivevo in quel preciso momento.
Ma chi sono Fred e Dolmen? Eccoli qui, vi presento, Frederique (Fred) italo-francese di origine trentina (Vanoi) e Dolmen insieme a me nelle prossime due foto.


Era da molto che non viaggiavo da sola. Non mi è mai piaciuto, a dire il vero. Adoro condividere ogni minuscolo istante di una vacanza con qualcuno al mio fianco. Programmare, studiare i percorsi, segnare mappe, immaginare cosa si vedrà e vivere tutto insieme ad un’altra persona è la vera essenza di una nuova esplorazione, nel bene e nel male.
Ma questa volta era giusto così, dovevo farlo per ricaricare la mente. E poi andavo a trovare un’amica, serviva la massima concentrazione! 😉

E così una mattina di giugno molto presto sono partita.
Destinazione Spagna, dall’aeroporto Marco Polo di Venezia.

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A Barcellona, tappa del mio percorso per i Pirenei, ho preso un trenino per le montagne e dopo circa una trentina di fermate tra prati infiniti, boschi molto fitti e nuvole di tutte le tonalità dal grigio all’ azzurro, sono arrivata a Puigcerda, ultima località spagnola prima di entrare in Francia.

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Tre ore circa di viaggio dopo, arrivata in stazione ad aspettarmi c’era una Fred sorridente e felice. Dolmen, il cane da caccia dal pelo dello stesso colore dei miei capelli, era in macchina e mi annusava con una certa diffidenza (solo all’inizio, adesso siamo amiconi!).
Dopo un ultimo tratto in macchina, sono arrivata a Fontrabiouse.
Fonte rabbiosa, paese catalano, terra ricca d’acqua, di torrenti infuriati (il nome non perdona), di profumatissimi narcisi bianchi e coloratissimi nontiscordardime, di pascoli pieni di cespugli gialli, conta circa 114 abitanti e un numero imprecisato di marmotte e, last not least, rinomata per le omonime grotte.

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Ho adorato questo luogo che mi ricordava la verdissima Irlanda. Pecore e vacche ovunque, muretti di sassi a segnare confini, temperature primaverili, max 15 gradi nel momento più caldo e pioggia almeno una volta al giorno.

Cosa potevamo fare con questo meteo infausto, penserete voi. Una miriade di cose, in realtà.

Abbiamo camminato senza paura dell’acqua, acceso il fuoco nel caminetto la sera, bevuto un sacco di infusi mix di cannella, zenzero, ibiscus e bucce di limone e chiacchierato praticamente sempre. Ho assaggiato qualche piatto del posto con a volte qualche interferenza marocchina, fois gras, confit de canard, kefta, chevre chaud…. Abbiamo visto più di 50 parapendii e 7 mongolfiere nel cielo, fatto un picnic in mezzo a maestose pietre, percorso un lungo sentiero di betulle (albero a me molto caro), riso a crepapelle con degli amici catalani che mi spiegavano cosa significa “Betta” nella loro lingua (non si è capito ancora molto bene in realtà, ma pare voglia dire laccio). Abbiamo comprato i prodotti dei contadini del posto, visitato e aggirato ben due laghi, una città fortificata, Mont S. Louis e fotografato ogni cm2 intorno a noi.

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Abbiamo affrontato i due livelli delle grotte, davvero molto belle, stalagmiti, stalattiti, monoliti, Casper e Scooby Doo compresi. Pur abitando li vicino, nemmeno Fred c’era mai stata. Le grotte le hanno scoperte per caso, nel 1958, detonando dinamite nelle cave di marmo blu. Alla fine del percorso c’è una cantina dove affinano i vini. Maledetto bagaglio a mano………..

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Ho cercato di scrivere i ricordi più vivi ma è difficile trasmettere quello che ho visto e sentito. Posso solo dire che è stata una magia.
Sono tornata a casa piena di forza, di adrenalinica elettricità e un sacco gonfio di idee, con una voglia infinita di fare e di esplorare ancora.
Grazie Fred, sei davvero una persona speciale e grazie anche a te, Dolmen per la tua dolcezza e per le tue coccole.
Pirenei selvaggi, mi avete stregato. Tornerò da voi, è una promessa.

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Andai nei boschi perchè desideravo vivere in modo autentico, per affrontare soltanto i problemi essenziali della vita, per vedere se avrei imparato quanto essa aveva da insegnare e per non scoprire in punto di morte, di non aver vissuto.
Henry David Thoreau

4 pensieri riguardo “Pirenei orientali. Il mio viaggio a Fontrabiouse.

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