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Tenerife, sulle tracce di Alexander Von Humboldt

Ho letto molto di questo esploratore tedesco, amante della natura in tutte le sue forme. Nei miei sogni vivo i suoi viaggi dalle Canarie al Sudamerica alla ricerca di nuove specie in luoghi sconosciuti.

Dai suoi scritti ho imparato che esiste l’azzurrità del cielo e che si misura con uno strumento molto particolare, il cianometro. Vorrei anch’io un giorno poter dare un nome ad ogni blu del Trentino, che sia il colore dell’acqua gelida di un torrente, della profondità di un lago alpino o dell’immensità sopra le cime innevate delle nostre Dolomiti. Riuscire a catturare tutte le sfumature, dalla più pallida alla più intensa… per poi poter dire un giorno, magari dall’altra parte del mondo “uau, questo cielo è turchese lago di Tovel“. Sarebbe incredibile riconoscere tutte le tinte della volta celeste (appunto) e dare loro un nome.

Un giorno ci riuscirò.

Intanto sogno di essere insieme a Von Humboldt lungo tutta la sua rotta alla scoperta e alla raccolta di razze vegetali e animali. Portando con me come faceva lui, tutti gli strumenti possibili per misurare qualsiasi cosa e annotare su un taccuino tutto, nei minimissimi particolari.

Che invidia, vedere Tenerife e le altre Isole Canarie senza tutte quelle case colorate arroccate vicinissime una all’altra. Senza strade asfaltate, senza parcheggi, senza auto e traffico. Solo il profumo dei fiori, delle spezie. I canti di uccelli variopinti. Il sapore succoso e gustoso della frutta. E solo la sensazione di esplorare… anche se a temperature rigidissime o infuocate.

Tenerife è stata comunque una grandissima sorpresa per gli incredibili panorami, ma anche per i guachinche e per gli altri splendidi posti in cui ci siamo fermate a mangiare (che racconterò in un articolo ad hoc), per la cordialità sbaciucchiosa delle persone e anche per il clima impazzito e impaziente che ama cambiare repentinamente.

Arrivare a El Teide è stata una grandissima emozione per me. Salire in mezzo alle nuvole, oltrepassando foreste rosse e bianche senza incontrare anima viva. Pensare di trovare solo nebbia, umidità e un paesaggio senza volto. Invece un regalo dal cielo azzurro e limpidissimo (e io so perché e da chi arrivava il dono), la maestosità di questo vulcano di 3.718 metri con intorno una vegetazione variegata e rigogliosa, tutti i suoi sudditi di lava pietrificata dai mille colori e dalle mille dimensioni.

Per un attimo seduto a cavalcioni su una di quelle rocce imponenti, ho visto Alexander che mi strizzava l’occhio!

 

NB: Alexander Von Humboldt ha inventato la natura, vi rendete conto? Darle un senso, un sentimento, un profilo e un contenuto…. per la prima volta. Io riesco appena a percepire il Suo significato e sento comunque tutta la sua forza che può essere energia positiva ma anche (mai come oggi) distruzione.

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