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La Stua del John

Ditemi quello che volete ma oggi mi son sentita come in un sogno, un po’ il giovane e alato Peter Pan verso l’Isola che non c’è.
Anche se a dirla tutta la Stua del John c’è, esiste. Non è nata dalla mia fantasia perchè anche avessi usato tutta la parte più fervida, non sarei riuscita a creare tutti questi colori e queste esplosioni di gusto sulle mie papille.
La Stua del John si trova in Trentino, nel cuore di Folgaria sull’Alpe Cimbra dove tra l’altro ho scoperto in pochissimo tempo, chiacchierando con i miei cmpagni di viaggio, moltissime storie e posti nuovi da provare, gastronomicamente parlando. L’Alpe è un vero e proprio neo-nato Food District di montagna.

Andrea Mantovanelli, chef appena giunto sui monti cimbri dalla Rucola di Sirmione mi ha fatto cadere come Alice in uno di quei mondi paralleli, ovattato, tutto a sfondo bianco in cui ogni piatto rappresenta un dipinto sulle candide pareti.

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Temolo in un brodo che sa di abete bianco, caprini e radicchio selvatico, foglie di trentingrana, trota marmorata che profuma di bosco, terrina di anatra e foie gras con fichi, un fantastico spaghetto al nero di seppia, sorbetto di mela verde e wasabi e per finire una fantastica torta da competizione.
Pasticceria Biasetto, un nome una garanzia che in questi giorni ha vinto pure il premio nazionale per il miglior panettone al cioccolato.

La mia descrizione è davvero povera stasera, lo faccio quassi apposta. Posso dirvi però che è stato un pranzo memorabile. E vi invito a soddisfare tutta la curiosità (e l’acquolina) che posso avervi suscitato anche solo con le immagini, andandoci presto.

Equilibrio e freschezza, dolcezza e armonia. Leggero, della consistenza delle nuvole.

Last not least, indimenticabile. Pane caldo con farine del posto e uno strato spesso e morbido di un profumato burro di malga Parisa, che udite udite, non conosco, mannaggia a me (ma rimedierò, eccome se rimedierò….).

Ah….ma perchè si chiama John? In onore di Giovanni, papà di Alberto, il titolare della Stua. John, così chiamato dagli americani a Folgaria durante la liberazione, è stato la colonna portante del locale che ha gestito con grandissima passione fino a quando ha ceduto il testimone al figlio. Belle le storie di famiglia….

La Stua del John

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