Qualche giorno fa ero in Primiero, a pochi km da Passo Cereda. Vicino ad un maso, El camin che fuma, su un prato al limitare del bosco, sono state scolpite delle poltrone di legno: un salotto per il racconto delle fiabe al crepuscolo. Le guardavo e mi immaginavo un momento preciso con il cielo dalle sfumature arancioni e tutto intorno fiori variopinti. Ripensavo ai racconti inventati di mio papà, con le sue storie a puntate e i forzieri nascosti quando noi da piccoli restavamo a bocca aperta con tutti i suoi colpi di scena. Che dolcezza questi ricordi e quanta nostalgia….
In realtà quello era il primo giorno punteggiato da nuvole dopo quasi due mesi di cielo incredibilmente e perfettamente terso. C’era un blu da far male agli occhi da tanto era intenso. La natura sembrava in armonia con il mondo intero dopo un ottobre a dir poco incantevole e delle temperature da fine estate.
E poi, la natura si è ribellata, furente.
Non so cosa si siano detti in quei giorni il bosco, il cielo e la terra. Ma non devono essere state parole facili.
Il fango, i torrenti arrabbiati oltre i normali limiti, l’evacuazione forzata di notte, l’assenza di luce, ponti e strade distrutte, paesi isolati, l’acqua del rubinetto da bollire e centinaia di alberi distesi a terra, arresi dal vento.
E chi non ha potuto far niente davanti a questa furia.
Solo tristezza e un dolore quasi fisico nel guardare le immagini terrificanti pur sapendo che molti sono già al lavoro per ricostruire.
Torneranno le favole sulle sedie di legno, le chiacchiere e le risa mentre cala la sera.
E la natura tornerà serena?
chissà che bei discorsi
Che disastri, soprattutto in montagna! Siamo tutti sgomenti
Si… devo dire che è una tristezza infinita… ci sono luoghi in cui si rimane ammutoliti per il bosco completamente distrutto, senti il dolore degli alberi. E poi il destino infame che non guarda in faccia nessuno ….