Ed eccoci qui, un altro anniversario. Due anni. Le date possono essere meravigliose a volte, mentre altre… già. Altre volte, strazianti. Il 29 dicembre resterà uno dei giorni più tristi e bui del calendario, della mia vita. L’influenza mi ha impedito di fare la passeggiata in tuo ricordo, cara Agitu. In questi giorni più che mai si leggono molte cose su di te. Sulla tua idea imprenditoriale, sui tuoi progetti contro la violenza soprattutto verso le donne. Eri un caterpillar e l’ho sempre detto: per fare una come te non bastano dieci di noi. Sono a casa in un silenzio innaturale con un mal di testa che mi spacca le tempie e profumo di olio 31 ovunque. E mi vengono in mente frammenti dei nostri incontri. A volte mi facevi impazzire. Testarda e impetuosa.
Dicono che io sono impulsiva. Niente al tuo confronto. Un fiume sempre in piena che trascinava tutto e tutti. Quanto mi manca oggi la tua risata, quel tuo modo coinvolgente in qualsiasi cosa facessi. Non riuscivo mai a dirti di no. Ci provavo.. ma vincevi sempre tu. Stavamo andando a Cheese qualche anno fa e tu volevi fermarti a portare i tuoi formaggi ai ristoranti lungo la tratta. Avevo una serie di appuntamenti e tu volevi convincermi che ci voleva poco tempo. Ho ceduto per un solo ristorante ma tu eri soddisfatta. Potevi ottenere qualsiasi cosa con la tua caparbietà e la tua grinta. Non ti ho mai vista triste o depressa… preoccupata si, ma il tuo morale non resisteva tanto in quello stato. Era più forte di te, ridere intendo. Essere felice. Il tuo coraggio era la tua energia, l’indipendenza la tua forza. Quando ti chiedevo se ti saresti mai sposata, facevi mille smorfie, volevi farcela da sola. Ho sempre ammirato la tua eleganza nei movimenti, nel tuo portamento, in come ti esprimevi. Riuscivi ad essere perfetta in ogni occasione. Ma se una cosa non ti piaceva, lo dicevi apertamente, secca. Ti chiamavo linguaccia e tu immancabilmente scoppiavi a ridere. Non so perché hai scelto di fermarti in Trentino. Ma qualcosa ti ha convinto. Odiavi il freddo eppure non ti ha mai fermato.
Mi manchi, amica mia. Tanto.
Oggi è un giorno davvero molto triste. Perché tu manchi da due anni strappata in un modo atroce alla vita. Così come Vinitha Nicolò scomparsa da tre mesi esatti in Val di Non, anche se per lei non c’è ancora verità. C’è solo molto dolore perché oltre alla perdita di una sorella, di una figlia e di una madre, c’è tanta angoscia per il non sapere cosa sia successo.
Probabilmente se iniziassi a fare un elenco non finirebbe mai. Ma come mi hai insegnato tu, la violenza è da combattere. Non con altra violenza ma con amore, educazione, rispetto, responsabilità, gentilezza, intelligenza. E con giustizia.