Due anni sono trascorsi dall’ultima splendida edizione del Salone del Gusto. Ne avevo parlato con grande entusiasmo QUI. Avevo vissuto cinque giornate intense, ricche di incontri speciali che mi hanno caricata di un’energia infinita. Questo è per me il Salone… un confronto con tante anime del pianeta che si trovano per parlare e discutere sui temi fondamentali per la nostra terra o magari solo per la curiosità di capire come affrontare il futuro nel nostro piccolo angolo di mondo.
Quest’anno però tra mille impegni solo una toccata e fuga, ma un giorno non è sufficiente per visitarlo tutto. Prima edizione in città, non più al Lingotto, ma nei luoghi pieni di storia e d’arte di Torino. Come sempre basta poco per riavere il livello pieno delle mie batterie. Facce, tante facce. Persone che vedi poco ma appena incroci il loro sguardo, un sorriso si accende. Questo mi piace. Scattano abbracci sinceri, hai la sensazione di averci parlato poco prima non due anni prima. Si parla di montagna, di contadini e pastori nomadi. Di piccole e grandi realtà che ruotano intorno ai miei argomenti preferiti. Si parla di cibo corretto, di filiere giuste e di educazione alimentare. Termini bellissimi che rendono questo appuntamento speciale. E torni a casa con gli occhi pieni di colori, il naso di profumi, la bocca di sapori di mare, di grano maturo o di larici in quota. Nelle orecchie senti voci e sfrigolii, rumori familiari di cucina. Alcune immagini delle mie poche ore al Salone.
E complimenti a Slow Food, che seppur con grandi difficoltà nel portare un evento di queste dimensioni in città, è riuscita a creare quell’atmosfera che solo i signori della chiocciola riescono a infondere. Pù che il Salone del Gusto dovrebbe rinominarsi Salone del Giusto per una Terra Madre buona e pulita.
Un pensiero riguardo “Il nuovo Salone del Gusto e i mille volti di Terra Madre”