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Day 3. Tra i giardini di Tivoli, i Smørrebrød e i vichinghi

E nel mentre l’ultimo giorno a Copenhagen sta praticamente volgendo al termine, fuori dalla finestra dell’albergo vedo scendere una pioggia così fitta che sembra non aver mai piovuto.

Dopo una ricca colazione a base di uova e dopo aver visitato l’interno della Round Tower stracolma di gente, il turno è toccato agli storici giardini di Tivoli. Effettivamente ti danno l’idea di un parco divertimenti d’altri tempi; non tanto per le attrazioni che comunque sono moderne con uno stile old fashioned, ma per i numerosi angoli di verde, alberi e fiori così curati e i piccoli bistrò, la sala per i concerti e il teatro.


Il parco risale al 1843 e il suo creatore aveva convinto il re che servisse un luogo per dimenticare la politica grazie ai divertimenti. La porta d’ingresso è esattamente dove era stata posizionata quando il parco è stato costruito e altre parti dei giardini sono rimaste come in origine. L’atmosfera è veramente unica, ci sono moltissime famiglie ovviamente ma anche coppie di “una certa età” che pranzano tranquillamente gustandosi una birra artigianale o del sidro. E forse perché anch’io ormai ho “una certa età” (lo dico io prima che qualcuno faccia lo spiritoso…), ho sorseggiato da Fru Nimb del sidro rosè abbinandolo finalmente ai tradizionali smørrebrød, cioè pane, burro salato e…..qualsiasi cosa ci si voglia aggiungere. Nel mio caso, uno con aringhe marinate nel sambuco e nel rabarbaro, panna acida e rapanelli e uno con aringhe fritte, cipolle arrostite e mostarda. Aringhe insomma in tutte le salse, ottime. Il locale si chiama Fru Nimb in onore di un’importante ristoratrice del 1800, Louise Nimb che con il marito ha gestito praticamente tutta la sua vita un ristorante all’interno dei giardini.

E quindi dopo un paio di corse sulle montagne russe e un pranzetto con questi panini di segale imburrati e insaporiti di diversi gusti, via, verso il museo nazionale, alla scoperta della storia danese dalla preistoria, passando per il medioevo, il rinascimento e a quei periodi in cui la Danimarca aveva colonie in giro per il mondo, poi la storia dei vichinghi e la mostra di questi mesi dedicata a Gengis Khan (Temujin), devo dire molto bella. Non conoscevo la storia dell’imperatore mongolo. O meglio, sapevo che è stato un gran condottiero e che ha vinto numerose battaglie ma mi mancava la parte in cui Jamuka, suo fratello di sangue fedele amico dall’infanzia, lo ha tradito per invidia cercando di ucciderlo. Ma è finita male per Jamuka che catturato da Temujin, ha esaudito il suo ultimo desiderio, uccidendolo con onore. La Mongolia, uno dei viaggi che mi piacerebbe tanto fare per la Transiberiana è rappresentata benissimo in queste sale. Magari ci andrò l’anno prossimo.
E poi i Vicinghi con le loro armi, i loro elmi e le loro bellissime imbarcazioni. Tutti rossicci e biondicci, dalla pelle bianchissima e dagli occhi di ghiaccio.

Adoro le mille leggende che girano intorno a questo popolo selvaggio e mi è piaciuto tutto ciò che il museo mostra delle donne vichinghe: gli indumenti, i gioielli e come si adornavano le lunghe trecce. 
Dopo questa full immersion nella storia della Danimarca, ha iniziato a diluviare e quindi niente Christiania. Domattina si parte con la macchina alla scoperta della Svezia e della Norvegia quindi un saltino in quel quartiere libero voglio proprio farlo. Oggi con l’aria e l’acqua che ti entrava nelle ossa, anche no.

Scusate, torno adesso dalla cena. Con tutta la pioggia incessante e copiosa che ancora scende, Wagamama il ristorante giapponese vegan e non solo vicino all’albergo, era lo soluzione migliore.

Yasay steamed gyoza e yasay samla curry e jasmin tea.

Praticamente una sorta di ravioli al vapore con verdure in una salsa di aceto di riso e poi riso bianco al vapore, verdure, curry piccante e tanto coriandolo. Anche se non sono propriamente vegan (per niente a dire il vero) ho voluto provare questa versione. Il tutto con un bicchierone di the caldo al gelsomino. Tutto quanto aveva un ottimo sapore.

E allora che dire….buonanotte da questa terra dai 17 gradi scarsi.
Spettacolo.

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